martedì 7 febbraio 2012

La lentezza della neve

In questi giorni sto godendomi un privilegio assoluto. Sono ammalata e, grazie alla neve, resto a casa ad aspettare la guarigione. Erano anni che non me lo permettevo, e del resto erano anni che non mi capitava un'influenza così tenace da costringermi al riposo totale. I medicinali hanno completato l'effetto, non permettendomi di leggere né di scrivere. Ho quindi passato addirittura una decina di giorni a casa, uscendo solo un paio di volte per approvigionarmi di cibo e farmaci. Se non fosse nevicato non avrei potuto, la neve ha chiuso le scuole e spaventato gli impiegati negli uffici, bloccato le strade e animato il mio telefono di chiamate allarmate, di richieste di rimandare qualsiasi appuntamento non indispensabile. E io, ora che è passata la febbre, accetto con buona pace e mi rimetto a studiare, a lavorare con calma e a ricevere il bollettino degli altri ammalati di stagione, tutti febbricitanti, e arrabbiati, perché non possono fare quello che fanno di solito. Lo ammetto, quando domenica ho visto tornare normale il termometro un po' ci son rimasta male. Sono stata fortunata, l'influenza ha fatto il suo corso senza togliermi il sonno, solo l'appetito. E credo sia stato anche perché, stavolta, l'ho accolta senza fare la guerra al mio corpo. “Vabbé, sei malato. Adesso riposa, passerà”. Chissà quando avevo scordato che si fa così. Da piccoli era logico. Perché non ricominciamo a concederci questo lusso, e a far finta che quella terribile pubblicità degli anni '90, quella dove rinunciare a una partita di tennis per un raffreddore era impensabile, non sia mai stata girata? E a guardare la neve con la meraviglia di chi potrà passare qualche minuto, o qualche ora, a fissare quei fiocchi danzare, in preda alla fantasia del vento. I fiocchi di neve cadono, mica si aggrappano alle nuvole. E se oggi dovremo rimanere a casa, pazienza.

P.S.: L'ho detto, che è un privilegio. Mi è capitato innumerevoli volte di dover viaggiare nella neve, lo so che è brutto. Un consiglio: usate gomme termiche, vestitevi pesante, uscite solo se necessario e se possibile a piedi, sfruttate i mezzi pubblici se funzionano e spostate tutti gli impegni non urgenti. E cercate di respirare, e pensare che passerà.

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